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Come realizzare una biopiscina

La biopiscina o laghetto balneabile, la nuova frontiera della balneazione ecologica. In questo articolo vediamo come realizzare una biopiscina.

 

Oggi sempre più persone attente all’ambiente stanno cercando una alternativa alla classica piscina con le mattonelle azzurre e l’acqua dall’odore di cloro.

L’alternativa naturale alla piscina è la biopiscina o laghetto balneabile!

Nelle piscine tradizionali si usa il cloro come disinfettante, ma questo crea dei gravi problemi a chi nuota nella piscina, infatti altera il pH della pelle e danneggia i capelli, gli occhi e il sistema respiratorio. E non solo, alcuni studi scientifici stanno anche analizzando un aumento del rischio di alcune forme tumorali.

Nel frattempo stanno prendendo sempre più piede le biopiscine, in cui le acque vengono depurate dalle piante acquatiche, senza bisogno di additivi chimici come cloro o ozono. In questo articolo sono spiegate in dettaglio le differenze tra una biopiscina e una piscina tradizionale.

 

Le piante per la fitodepurazione delle biopiscine

Le piscine naturali sono degli ecosistemi a tutti gli effetti, dove le piante, oltre al compito di depurare e pulire l’acqua, creano un bellissimo ambiente naturale.

Le piante acquatiche vengono selezionate per mettere in atto un processo di fitodepurazione che permette all’acqua di rimanere pulita, limpida e senza alghe in modo naturale.

Le tipologie di piante acquatiche da inserire in una biopiscina sono tre.

Le piante palustri lavorano in simbiosi con i batteri aerobi che si trovano nei pressi delle loro radici. Questi batteri riescono a degradare le sostanze organiche inquinanti, i batteri patogeni, e addirittura i metalli pesanti. Le piante palustri a loro volta si nutrono di una parte delle sostanze disciolte in acqua e delle sostanze inorganiche prodotte dai batteri.

Le piante sommerse sono le migliori per produrre ossigeno e inoltre, grazie alla loro superficie fogliare, permettono maggiormente ai batteri benefici di insediarsi, e quindi permettono una maggiore efficacia depurativa.

Le ninfee, oltre ad abbellire la biopiscina e a svolgere anche loro la fitodepurazione, tengono sotto controllo la temperatura dell’acqua, ostacolando l’irraggiamento di buona parte della superficie.

Tutte insieme questi tre tipi di piante sono fondamentali per depurare e ossigenare l’acqua, evitando la formazione di alghe.

Qui è spiegato come scegliere le piante acquatiche in una biopiscina (e quali evitare come la peste).

Nelle biopiscine non ci sono pesci perchè con i loro escrementi andrebbero a creare altre scorie organiche da depurare, e quindi inserire dei pesci sarebbe controproducente.

 

I due sistemi per realizzare una biopiscina

Ci sono due possibili sistemi per realizzare una biopiscina:

  • Biopiscina tradizionale a depurazione integrata (una vasca balneabile circondata da un’area piena di piante, modalità utilizzata principalmente in passato),
  • Biopiscina a vasche separate (con due vasche separate, una balneabile e un’altra per la fitodepurazione).

Le biopiscine a depurazione separata permettono di ottenere una qualità dell’acqua in vasca maggiore rispetto alle biopiscine tradizionali.

La vasca separata può essere disposta attorno alla vasca balneabile, ad esempio su due lati, oppure può essere un laghetto a parte.

 

Come realizzare una biopiscina a vasche separate

Nella biopiscina a vasche separate, come suggerisce il nome, la vasca balneabile è separata dalla vasca di fitodepurazione.

La vasca balneabile e la vasca di depurazione sono su due livelli differenti, in modo che l’acqua possa passare da una all’altra in modo continuo grazie ad un piccolo salto d’acqua. Poi l’acqua ritorna nell’altra vasca grazie ad una pompa.

Di solito si mette la vasca di depurazione un po’ più alta, e quella balneabile un po’ più bassa, in modo da poter apprezzare una piccola cascata con l’acqua che entra nella vasca balneabile.

La pompa aspira l’acqua dalla vasca balneabile e la rimanda nelle piante.

Nella vasca di depurazione ti consiglio di mettere sul fondo uno strato di ghiaia (vedi dettagli nei disegni sotto) e di inserire le piante con terra di campo in cesti microforati posti in mezzo alla ghiaia (i cesti non saranno visibili in quanto devono essere immersi dentro il substrato di ghiaia).

Il cesto microforato permette alle radici di uscire nel substrato di ghiaia migliorando l’efficacia di depurazione dell’acqua, ma allo stesso tempo tiene sotto controllo l’espansione della pianta in modo da rendere più facile la futura manutenzione.

 

Quantità e tipologie di piante acquatiche in una biopiscina

Metà della superficie deve essere dedicata alle piante, e metà alla vasca balneabile. Ti faccio un esempio. Se vuoi avere una vasca balneabile di 100 metri quadrati, devono esserci altrettanti 100 metri quadrati dedicati alle piante.

La forma puoi sceglierla tu, ma l’importante è che ci sia un ricircolo per cui l’acqua entra da una parte della vasca di depurazione, ed esce dall’altra, avendo percorso obbligatoriamente tutta la vasca delle piante.

Inoltre metà della superficie della vasca di fitodepurazione dovrebbe essere dedicata a piante palustri e metà a ninfee e piante sommerse, che devono essere poste a due profondità differenti (vedi schemi sotto). Naturalmente questo deve essere valutato in base alla superficie disponibile.

Se stai realizzando una biopiscina e vuoi allestirla in fretta con le piante acquatiche più adatte, abbiamo creato i Kit Fito Biopiscina, ovvero dei kit di piante acquatiche in cui le specie verranno selezionate dal nostro staff in base alle caratteristiche e alla superficie della tua biopiscina.

Qui puoi trovare i kit per la fitodepurazione di una biopiscina.

 

La progettazione di una biopiscina a vasche separate

Nelle biopiscine è indispensabile l’utilizzo di una o più pompe, che devono essere a basso consumo energetico per poter funzionare sempre, dalla primavera a fine estate.

Inoltre, in base al risultato che vuoi ottenere, in una biopiscina dovrebbero anche esserci dei filtri a pressione, che garantiscono una maggior limpidezza dell’acqua e una pulizia rapida in caso di molte persone presenti per la balneazione (ad esempio chiazze oleose provenienti da creme solari, capelli, ecc.).

Se vuoi realizzare una biopiscina è attivo da ora Biopiscina Fai-da-te, il nostro servizio di consulenza che parte da uno schizzo su carta e ti accompagna nel percorso fino a quando farai il primo bagno nella tua biopiscina ed oltre!

Biopiscina Fai-da-te

Ecco due schemi relativi ad una biopiscina a vasche separate (zona con piante palustri, e zona con ninfee)

Schema per realizzare una biopiscina - sezione zona palustre
Schema per realizzare una biopiscina – sezione zona palustre

 

Schema per realizzare una biopiscina - sezione zona ninfee
Schema per realizzare una biopiscina – sezione zona ninfee

 

Ecco un esempio semplificato di planimetria una biopiscina a vasche separate

Planimetria una biopiscina a vasche separate
Planimetria una biopiscina a vasche separate

 

Le frecce rappresentano il senso del ricircolo dell’acqua e sono inserite solo come esempio. Lo studio sui flussi d’acqua reali sono oggetto del percorso Biopiscina Fai-da-te.

 

Come realizzare una biopiscina tradizionale a depurazione integrata

La biopiscina tradizionale all’occhio si presenta come un laghetto, infatti la vasca balneabile è separata dalla zona delle piante solamente da un perimetro in muratura, pietre, legno, oppure terra ricoperta da un telo in pvc.

La superficie dedicata alle piante dovrebbe essere almeno il doppio della superficie balneabile, ma in base alla presenza o meno di filtri biologici e di un circuito di ricircolo dell’acqua, la superficie dedicata alle piante potrebbe dover essere aumentata fino ai quattri quinti del totale.

Ad esempio su 100 metri quadrati, la parte dedicata alle piante dovrebbe occupare dai 67 agli 80 metri quadrati a seconda di come è progettato il laghetto balneabile.

Inoltre la superficie dedicata alle piante andrebbe distribuita possibilmente tutto intorno alla zona balneabile.

Questo sistema lo chiamiamo laghetto balneabile, in contrapposizione al sistema a vasche separate descritto in precedenza, che identifichiamo con il termine vero e proprio di biopiscina.

La parte balneabile può essere profonda per esempio 1,5 m, mentre la parte per le piante deve avere una profondità dell’acqua di 10 cm nella zona delle piante palustri, e di 50/80 cm nella zona delle ninfee.

Naturalmente devi aggiungere lo spazio per il substrato (circa 30 cm di ghiaia) in cui andrai a posizionare i cesti microforati riempiti di terra in cui inserire le piante.

In questo modo la pianta ha la terra necessaria per iniziare a vegetare assorbendo le sostanze nutritive presenti nella terra, ma le radici potranno in seguito uscire fuori dal cesto, penetrando nel substrato di ghiaia, permettendo quindi una maggiore efficacia nel processo di fitodepurazione.

Le due aree si possono separare da un muro sommerso, che quindi è meno alto del livello dell’acqua, così l’acqua è libera di fluire da una parte all’altra.

Ti consiglio di utilizzare una pompa per far circolare l’acqua tra la zona balneabile e la zona dedicata alle piante.

Puoi inoltre riversare l’acqua prelavata dalla zona balneabile dentro ad un tubo di drenaggio (forato) fatto passare dentro la ghiaia sotto la zona di depurazione per forzare il passaggio di quest’acqua tra le radici delle piante.

Ecco uno schema che rappresenta una biopiscina a depurazione integrata.

Per conoscere e coltivare le tre tipologie di piante che vengono inserite in una biopiscina, scarica gratuitamente la “Guida alla Coltivazione delle Piante Acquatiche“.

 

Efficacia della fitodepurazione nelle biopiscine

Ti riporto i dati di un esperimento effettuato dall’Università di Siena per dimostrare l’efficacia della fitodepurazione in una biopiscina.

In un laghetto balneabile con volume di circa 100 metri cubi di acqua e filtro depurante sono stati introdotti vari batteri in soluzione liquida (Escherichia coli, Stafilococco aurius, Enterococco fecalis, Criptococco laurenti).

Dopo l’immissione la carica di agenti patogeni si è dimostrata essere altissima, mentre già il prelievo realizzato 24 ore dopo ha evidenziato una evidente riduzione della stessa, che è risultata essere quasi totalmente debellata dopo 90 ore.

L’esperimento, tra l’altro, è stato svolto nel periodo autunnale, periodo in cui l’attività fitodepurante delle piante è ridotta.

 

Diffusione delle biopiscine

Le piscine naturali sono comparse in Austria oltre 30 anni fa e finalmente negli ultimi anni stanno prendendo piede anche in Italia, soprattutto al Centro Nord.

Una delle prime nate è la Piscina di Gargazzone, in provincia di Bolzano, che è stata inaugurata nel 2010.

Oggi sempre più persone ed enti pubblici stanno prendendo coscienza che la piscina ecologica rispetto a quella tradizionale può essere una soluzione che ci permette di stare più in salute, più a contatto con la natura, con anche minori costi di gestione e manutenzione!

Qui sono spiegati i vari motivi per cui realizzare una biopiscina.

Per allestire al meglio la tua biopiscina, contattaci tramite i canali indicati nella pagina Contatti !

 

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