La Stura di Lanzo è il classico corso d’acqua a regime torrentizio, caratterizzato da lunghi periodi di magra alternati a piene, anche improvvise e devastanti. L’attività erosiva è quindi cospicua e l’alveo un continuo divenire.
Negli anni le frequenti e violente piene a cui è soggetta la Stura di Lanzo, hanno operato un’ intensa erosione dei depositi torrentizi quaternari, portando allo scoperto ampi affioramenti di argille ricchi di resti vegetali fossili, risalenti ad un intervallo di tempo denominato Pliocene (circa 5 – 2 milioni di anni fa). Sono emersi ceppi di cospicue dimensioni che sono oggi particolarmente visibili e formano quella che viene definita la Foresta fossile. Si è scoperto che i ceppi appartengono ad un parente delle sequoie, il Glyptostrobus europaues, che colonizzava le aree del basso Canavese e de La Mandria circa 3 milioni di anni fa. Si trovano inoltre fossili nell’argilla di piccole pigne del Glyptostrobus e di foglie di una specie estinta dell’ontano.
La zona in cui sono emersi, per un tratto di almeno 300 m, si trova all’altezza della frazione Grange di Nole, 20 km a nord di Torino, su entrambe le rive del torrente.
L’area adiacente al torrente Stura, in riva destra, comprende una vasta zona umida, alimentata da sorgenti, in cui si conservano interessanti ecosistemi, caratterizzati da specie palustri come felci, giunchi, equiseti, carex, sparganium, typhe e potamogeton. L’area è ricca di risorgive, che costituiscono l’habitat ideale per diverse specie di pesci, anfibi e rettili, oltre che per il raro gambero d’acqua dolce. Il letto del torrente e le sue sponde sono frequentati da varie specie di uccelli stanziali e migratori, come i germani reali, gli aironi, la garzetta, il tuffetto, la folaga, lo svasso maggiore, il falco pescatore, la poiana, lo sparviere e l’oca selvatica.
La Stura di Lanzo, nella zona del comune di Nole, Torino
Gli stagni nei boschi adiacenti al torrente
Le risorgive
I sentieri che percorrono i boschi
Laghetti nell’alveo del torrente
Un tronco fossile riemerso recentemente
Radici fossili
I resti fossili fotografati nell’anno 2006